Dalla zona industriale di Vigano, per un tratto tra le industrie, parte il collegamento ciclo-pedonale verso il piccolo borgo di Barate e da lì, su strade a bassa intensità di traffico ci si può spingere tra le campagne e le cascine gaggianesi fino a raggiungere la località Boscaccio.
Su proposta dell'Associazione Il Rachinaldo, è stata intitolata ad un corridore del ciclismo storico che "rappresenta un'epoca in cui si correva per passione e si contribuiva a diffondere l'uso della bicicletta":
GIUSEPPE BELLONI
(Carpiano 1894-Abbiategrasso 1933)
Dilettante, è stato fra i primi e più apprezzati corridori di Gaggiano negli anni precedenti la Grande Guerra.
Nato a Carpiano il 12 gennaio 1894 da Giovanni e Luigia Magani, cresce a Gaggiano dove il padre, casaro di professione, si è trasferito da Trezzano nel 1908.
La famiglia abita prima in un cortile di via Roma, poi nel primo cortile del Vicolo Chiuso (oggi via Liberazione 3, infine di nuovo in via Roma.
Giuseppe lascia il suo lavoro di operaio meccanico allo scoppio della Grande Guerra.
Viene arruolato e diventa maresciallo del 125º reggimento fanteria, 204ª compagnia mitraglieri Fiat; passa poi alle dipendenze dell’82º reggimento fanteria. Ha combattuto dall’inizio del conflitto fino all’armistizio: nel novembre del 1915 ha partecipato all’attacco alle difese austriache di Zagara, sul monte Kuk; un mese dopo combatteva a Oslavia nella Quarta battaglia dell’Isonzo; nel 1916 e 1917 era nella valle di Doblar; nell’ottobre 1918 nelle Valli Giudicarie; il 4 novembre entrava a Trento.
È stato ferito subito, ricevendo otto schegge da fucile nella spalla sinistra il 16 giugno 1915 in un combattimento a Slava, quota 383.
Nel frattempo andava al fronte anche il fratello più giovane, Paolo, lattaio, uno dei “ragazzi del ‘99”.
Ritornato alla vita civile riprende il proprio lavoro di operaio, è fra gli scrutatori alle elezioni del 1919, poi fra i promotori della costruzione del Monumento ai Caduti; nel 1920 è candidato alle elezioni comunali nella lista del Blocco, ma non viene eletto; nel 1923 si ricandida e questa volta viene eletto in Consiglio comunale.
Il 10 ottobre 1927 sposa Rosa Tiraboschi, operaia.
Il loro unico figlio, Giovanni, nasce tre anni dopo.
Giuseppe Belloni muore all’Ospedale di Abbiategrasso nei primi giorni di novembre del 1933 dopo diciannove mesi di degenza e chiede che sopra la bara vengano messi il suo elmetto di combattente e la bandiera tricolore.
In sua memoria, per i meriti sportivi e civili acquisiti, viene disputata a partire dal 1934 una gara ciclistica denominata “Medaglione Giuseppe Belloni” che verrà annullata con l’inizio della guerra. La prima edizione, il 15 luglio, si svolge sul percorso Gaggiano-Vermezzo-Abbiategrasso da percorrere quattro volte e viene vinta da Enrico Zini dell’Unione Sportiva Milanese.
(Carpiano 1894-Abbiategrasso 1933)
Dilettante, è stato fra i primi e più apprezzati corridori di Gaggiano negli anni precedenti la Grande Guerra.
Nato a Carpiano il 12 gennaio 1894 da Giovanni e Luigia Magani, cresce a Gaggiano dove il padre, casaro di professione, si è trasferito da Trezzano nel 1908.
La famiglia abita prima in un cortile di via Roma, poi nel primo cortile del Vicolo Chiuso (oggi via Liberazione 3, infine di nuovo in via Roma.
Giuseppe lascia il suo lavoro di operaio meccanico allo scoppio della Grande Guerra.
Viene arruolato e diventa maresciallo del 125º reggimento fanteria, 204ª compagnia mitraglieri Fiat; passa poi alle dipendenze dell’82º reggimento fanteria. Ha combattuto dall’inizio del conflitto fino all’armistizio: nel novembre del 1915 ha partecipato all’attacco alle difese austriache di Zagara, sul monte Kuk; un mese dopo combatteva a Oslavia nella Quarta battaglia dell’Isonzo; nel 1916 e 1917 era nella valle di Doblar; nell’ottobre 1918 nelle Valli Giudicarie; il 4 novembre entrava a Trento.
È stato ferito subito, ricevendo otto schegge da fucile nella spalla sinistra il 16 giugno 1915 in un combattimento a Slava, quota 383.
Nel frattempo andava al fronte anche il fratello più giovane, Paolo, lattaio, uno dei “ragazzi del ‘99”.
Ritornato alla vita civile riprende il proprio lavoro di operaio, è fra gli scrutatori alle elezioni del 1919, poi fra i promotori della costruzione del Monumento ai Caduti; nel 1920 è candidato alle elezioni comunali nella lista del Blocco, ma non viene eletto; nel 1923 si ricandida e questa volta viene eletto in Consiglio comunale.
Il 10 ottobre 1927 sposa Rosa Tiraboschi, operaia.
Il loro unico figlio, Giovanni, nasce tre anni dopo.
Giuseppe Belloni muore all’Ospedale di Abbiategrasso nei primi giorni di novembre del 1933 dopo diciannove mesi di degenza e chiede che sopra la bara vengano messi il suo elmetto di combattente e la bandiera tricolore.
In sua memoria, per i meriti sportivi e civili acquisiti, viene disputata a partire dal 1934 una gara ciclistica denominata “Medaglione Giuseppe Belloni” che verrà annullata con l’inizio della guerra. La prima edizione, il 15 luglio, si svolge sul percorso Gaggiano-Vermezzo-Abbiategrasso da percorrere quattro volte e viene vinta da Enrico Zini dell’Unione Sportiva Milanese.